Discussione:
web 2.0: una nuova ideologia di mercato?
(troppo vecchio per rispondere)
Hamlet
2008-04-03 13:05:44 UTC
Permalink
http://www.lsdi.it/2008/04/03/web-20-una-nuova-ideologia-di-mercato-che-sfrutta-il-lavoro-volontario-degli-utenti/

Alcuni studiosi analizzano e smontano l' ideologia nascosta dietro l'
entusiasmo per l' internet di seconda generazione - Un articolo sul
Manifesto di Nicola Bruno

Monopolio dell'accesso, dominazione seduttiva, libertà contingente. Questi
gli aspetti principali della realtà che si nasconderebbe dietro la "grande
narrazione" che accompagna il Web 2.0.

In un articolo sul Manifesto, Nicola Bruno dà conto di varie analisi
critiche diffuse recentemente sull' internet di seconda generazione, facendo
riferimento in particolare all' ultimo numero della rivista First Monday dal
titolo «Prospettive critiche sul web 2.0».

La rivista espone il lavoro di una serie di studiosi di internet e dintorni
che smonta "miti e illusioni" del Web 2.0 che, con la solita promessa di
diventare uno strumento di democrazia partecipata a portata di click, si
sarebbe trasformato in realtà in un potente «dispositivo per definire cosa
deve entrare nel discorso pubblico a proposito dell' impatto di internet
sulla società». E così riuscire ad attirare iniezioni di capitale da parte
degli investitori scottati dalla crisi del 2001.

Non stupirà, quindi - rileva Bruno -, se dietro a tanti servizi di seconda
generazione troviamo una nuova ideologia di mercato che sfrutta il lavoro
volontario di tanti utenti e, in fin dei conti, sta rendendo milionari solo
una manciata di imprenditori.

Hamlet
my blog http://technosoc.blogspot.com/
Enrico C
2008-04-03 14:29:56 UTC
Permalink
Post by Hamlet
Alcuni studiosi analizzano e smontano l' ideologia nascosta dietro l'
entusiasmo per l' internet di seconda generazione - Un articolo sul
Manifesto di Nicola Bruno
[...]
Post by Hamlet
La rivista espone il lavoro di una serie di studiosi di internet e
dintorni che smonta "miti e illusioni" del Web 2.0 che, con la solita
promessa di diventare uno strumento di democrazia partecipata a portata
di click, si sarebbe trasformato in realtà in un potente «dispositivo per
definire cosa deve entrare nel discorso pubblico a proposito dell'
impatto di internet sulla società». E così riuscire ad attirare iniezioni
di capitale da parte degli investitori scottati dalla crisi del 2001.
Non stupirà, quindi - rileva Bruno -, se dietro a tanti servizi di
seconda generazione troviamo una nuova ideologia di mercato che sfrutta
il lavoro volontario di tanti utenti e, in fin dei conti, sta rendendo
milionari solo una manciata di imprenditori.
Hmmm...

Trovo discorsi simili anche in
http://www.weeklystandard.com/Content/Public/Articles/000/000/006/714fjczq.asp?pg=1

ma mi pare una reazione elitaria rispetto alla "creatività di massa", per
così dire, consentita dal web 2.0. Certo nella massa non saranno tutti
Mozart o Kafka, molti useranno YouTube o il blog per una melassa di
banalità, ma altri avranno opportunità nuove di espressione e comunicazione
che altrimenti non ci sarebbero state, a volte incisive e di vera
partecipazione.

E che dietro ci sia anche il "mercato" come importante motore, solo al
manifesto possono ancora stupirsene ;)

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